“C’è stato un periodo in cui tutto pareva immobile nella sua perfezione, come se il tempo non fosse in movimento ma fissato sulla cartolina di un’estate felice“. G. Faletti
Mi piace cominciare così quest’articolo, un inno alla stagione in cui siamo entrati da poco, eppure il sole che brucia sulla pelle, afa, sudore, salino, sapori e odori intensi sembrano con noi da più tempo.
L’estate ci chiede di togliere strati di vestiti, suggerimento reale e simbolico che spinge verso quella sensazione di libertà e di apertura che solo l’estate può darci. E con questo moto di espansione che si protrae per tutta la durata della luce sovrana nelle lunghe giornate estive, il caldo sfiancante ci ricorda di prendercela calma per continuare a fare ciò che tutti i giorni siamo chiamati a fare….
Per il mondo degli adulti “estate”non equivale a “ferie” se non per brevi periodi.
Mi ha sempre stupito l’ asincronìa dell’estate, con un tempo tutto Suo a cui in qualche modo devi adattarti se non vuoi soffocare, nel vero senso della parola. E nella ricerca del giusto ritmo talvolta mi perdo: accellero e rallento per cercare di “sincronizzarmi” con il tempo dell’estate, con ciò che devo fare e con il mio tempo libero, con la spinta di apertura e avventura e il passo lento e sudato, con la notte pulita, illuminata da una luna grande e un tappeto di stelle e l’alba che mi vuole pronta e vigile, nel corpo e nella mente.
In questo perdermi percepisco che l’estate ha il suo ritmo che non posso acchiappare ma ascoltare: il battito delle ali dei rondoni canta ininterrottamente difronte alle mie finestre, il cicalìo di cicale e grilli appena fuori dalle strade battute, la musica a palla delle macchine che sfrecciano nelle ore buie, il ritmo dell’onda del mare quando arriva il libeccio, il tintinnio delle barche ormeggiate in porto, il cuore che batte un pò come gli pare.
Concerti àsincroni senza la pretesa di accordarsi.
E così ho pensato che quest’anno lascio le corde della mia estate essere quelle che sono, senza manovrarle nel tentativo di renderle armoniche, e mi tolgo quel vestito che mi spinge a cercare sempre un senso, un tempo, un modo ….per indossare invece un “bellissimo spreco di tempo” in cui posso fermarmi e recepire uno dei tanti battiti, ritmi, rintocchi, presenti dentro e fuori di me. In fondo…l’eternità è in un battito di ciglia.
“Vedo nuvole in viaggio
che hanno la forma delle cose che cambiano
mi viene un pò di coraggio
se penso che le cose poi non rimangono mai….
mi butto, mi getto tra le braccia del vento…
con le mani ci faccio una vela e tutti i sensi…li sento…
sento il mare dentro una conchiglia, estate..l’eternità è in un battito di ciglia…”tratta da Estate di Jovanotti