Siamo stati abituati a “non dover mostrare il fianco”. Mostrare il fianco come segno di debolezza o comunque come prudenza necessaria a non esporsi nei confronti degli altri, che furbescamente o malignamente, potrebbero usare quest’apertura “contro di te”. Siamo immersi in una cultura che festeggia l’Ego nelle sue manifestazioni più grossolane, ci “mostriamo” e ci piace mostrarci e i social ci danno una grossa mano. Mostriamo tutto o quasi, figli compresi, relazioni, avvenimenti, gusti in ambito culinario, vestiario, hobby e passioni, idee e opinioni,…però ci rimane la paura “di mostrare il fianco”. Perchè “mostrare il fianco” non è l’Ego che ci piace “far vedere” ma quelle parti di noi che riescono ancora a “fuggire” all’immagine che vogliamo che gli altri percepiscano. Accipicchia… abbiamo detto la frase sbagliata, siamo stati goffi, o inefficaci, imprecisi, confusi…non siamo riusciti a prevalere, a mostrarci forti e “ok”,…e quindi? Abbiamo mostrato il fianco. Il fianco delle nostre imperfezioni e della nostra umanità, l’ incoerenza che ci abita, la fragilità del momento, l’emozione “inadeguata”,…. e dato che “brucia” stare con il “fianco aperto”, lanciamo sùbito “la palla” all’altro…che senza dubbio si è comportato male, ci ha voluto mettere in difficoltà, e tante scuse che ben conosciamo.
Personalmente provo a de-condizionarmi con la pratica yoga e la meditazione, a sentire che mostrare il fianco oltre all’amaro in bocca lascia anche una sensazione di allungamento e di espansione, espansione dei confini delle censure che continuamente mi impongo.
Amo le “torsioni” e mi mettono seriamente in difficoltà perchè mi sento goffa e rigida, una parte dell’addome si mette in un angolo l’altra inizia a distendersi e ruotare mentre provo a svitarmi come un tappo di bottiglia verso l’alto e pian piano mostro un fianco e dietro il fianco mostro il cuore. Nelle torsioni apro, un fianco alla volta, e uno strato del cuore alla volta. E quando pratico Ardha Matsyendrasana ( la mezza posizione del Saggio Matsyendra) come imparata nell’ “Ananda Yoga” e ripeto nel cuore l’affermazione “Irradio amore e benevolenza alle anime amiche, ovunque”, mi connetto ad un’apertura che già c’era ma era coperta dalla paura di “mostrare il fianco”. In quel preciso istante gli altri mi appaiono meno minacciosi. Quando poi, con l’occhio della mente, visualizzo proprio quella persona o situazione che é ed é stata una “spina nel fianco”, dò al mio fianco e al mio cuore la possibilità di guarire. In quel momento,…e con l’intenzione di continuare ancora e ancora, finchè qualcosa dal tappetino si mostra nella vita di tutti i giorni. Om Shanti.