Quando siamo difronte al limite iniziamo a conoscere noi stessi’.
E’ una frase che ho ascoltato in una breve riflessione sul LIMITE.
E’ vero che non vogliamo trovarci difronte a ciò che ci limita eppure ci siamo, é un dato di realtà, l’espressione della nostra libertà sembra inevitabilmente ridotta, costretta, compressa.
Ma la domanda che mi, vi pongo é?
Quando facciamo l’esperienza del limite – per COVID 19, per malattia,per limiti fisici, psichici, per mancanza di denaro, per ‘limiti’ interiori, per paura, per qualsivoglia motivo – possiamo fare esperienza di libertà?
I due aspetti si annullano l’uno con l’altro? O possono coesistere?
Sento e credo profondamente che il percorso che stiamo facendo insieme ci aiuti ad assaporare una libertà maggiore nel nostro ‘corpo-mente’ e uno spazio interiore pur nel limite connaturato delle nostre esistenze.
Etty Hillesum (dal campo di concentramento) :
“Tutte le volte che mi mostrai pronta ad affrontarle, le prove si trasformarono in bellezza”. Forse per noi la bellezza è quella idea di perfezione priva di contaminazioni, é una parola a cui associamo un’esperienza solo positiva e benefica, quasi estetica…così però la rendiamo irreale e irraggiungibile”.
‘Bellezza’ ha tante declinazioni ma é anche quella energia che creiamo nel momento in cui ci connettiamo con gli altri con e nei nostri limiti dando valore a ciò che di buono e bello c’è nella relazione.
Lo possiamo fare in ogni momento della giornata, senz’altro ce ne prendiamo cura nella pratica dello yoga.
Ed è questa necessita’ ora più che mai, arrivati stanchi e affamati di vita ad una 2′ ondata, con aspettative frustrate e progetti che rimangono in stand by, con la fatica del vivere che pesa sulle nostre vite e sulle nostre tasche, che siamo chiamati ad essere presenti a noi stessi e generare qualcosa di buono e bello per noi e fuori di noi.
Con la pratica mettiamo un seme in questa direzione per sostenerci oltre il tappetino.
Ci piace l’ON LINE? No non ci piace! Per il 95% di noi é uno stress.
E allora cosa facciamo? Molliamo?
Certo che possiamo, possiamo andare dietro ai capricci dell’IO che distingue la nostra vita in bianco e nero, bello e brutto, buono o cattivo, che batte i piedi davanti al sacrificio – ndr. lo sapete che sacrificio deriva da rendere sacro? Il rendere sacro il nostro impegno nel lavoro, con i nostri figli e famigliari,…) oppure possiamo fare un passo verso il NOI e stare nel ‘limite dello strumento’ coltivando comunque un’energia di presenza e pace.
Ne abbiamo bisogno come l’acqua…
Questo vuol dire incontrare la realtà così com’è, nuda e cruda, il nostro limite (e i limiti degli altri) senza farlo diventare l’unico metro di valutazione della nostra esistenza.
Non ci aiutiamo e non aiutiamo nessuno chiudendoci nella paura e nelle sue sfumature, nello stesso modo non ci aiutiamo e non aiutiamo nessuno schierandoci con la rabbia e tutte le sue frustrazioni.
Invece proviamo a ‘raccoglierci’ interiormente per imparare a stare con i nostri limiti e quelli della situazione attuale creando uno spazio di silenzio.
E’ lì che nasce qualcosa di nuovo!
Sembrerà strano eppure torno alla frase iniziale perché nel limite scopro le possibilita’ che abitano in me, le soluzioni creative, la forza sopita (dai capricci dell’EGO che tutto vuole e nulla stringe), la commozione nelle piccole cose, la vicinanza del cuore,…
Possiamo coltivare questo tutti i giorni ma da soli, lo sappiamo bene, é più difficile. L’essere insieme rende il nostro appuntamento con noi stessi possibile e sostenibile.
Da IO a NOI é andare controcorrente, a volte ci sembra di essere dei salmoni che finiscono nella bocca dell’orso…ma chi é l’orso?
Vi lascio con un in proverbio africano un po’ amaro ma così vero!
‘Se una cosa la vuoi una strada la trovi, se una cosa non la vuoi trovi una scusa’
Proviamo a generare insieme un’energia di pace e guarigione.
Con gratitudine
Elisabetta