Proposte concrete di ben-essere attraverso semplici esercizi di consapevolezza in natura, camminata lenta, tecniche respiratorie e giochi di relazione per aumentare la connessione corpo-mente e tra i partecipanti.
Il tutto nel contesto naturale.
Perchè?
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la natura come la nostra più grande fonte di salute e benessere.
È scientificamente provato che il contatto con la natura riduce i rischi di malattie cardiometaboliche e neurodegenerative in età avanzata. Fattori di carattere sociale, ambientale e inerenti gli stili di vita favoriscono l’infiammazione cronica sistemica, che causano numerose e gravi malattie croniche, disturbi cardiovascolari, tumori, diabete, malattia renale, patologie autoimmuni e degenerative.
Esporsi alla biodiversità microbica dell’ambiente naturale addestra il nostro sistema immunitario, lo rinforza e contribuisce a contrastare l’infiammazione cronica sistemica.
In virtù di questo valore salutare dell’ambiente naturale, hanno acquistato popolarità in numerosi paesi nel mondo le prescrizioni naturali, note anche come prescrizioni verdi. Il termine “Green Prescription” è stato coniato per la prima volta da professionisti della salute in Nuova Zelanda alla fine degli anni 90, per fare riferimento a prescrizioni scritte di attività fisica e dieta salutare.
Si è poi esteso ad indicare genericamente trattamenti e attività nella natura utili a migliorare lo stato di salute delle persone, che la medicina può affiancare ai tradizionali interventi educativi e farmacologici.
Le prescrizioni verdi sono una forma di prescrizione sociale, approccio che mette in contatto le persone con le attività, i gruppi e i servizi presenti nella loro comunità di appartenenza, per rispondere ai bisogni materiali, sociali ed emotivi che incidono su salute e benessere.
Le prescrizioni verdi prevedono attività che si svolgono nel verde e nel blu: passeggiate, giardinaggio, ginnastica e nuoto all’aperto, conservazione del territorio. In genere coinvolgono un professionista sanitario, ad esempio il medico di base o un professionista che lavora nel sociale (assistente sociale, educatore), che raccomandano alla persona di trascorrere, nel corso della settimana, un periodo di tempo stabilito, in un ambiente naturale, come un parco e che eventualmente lo indirizzano all’operatore di collegamento, con cui il paziente potrà collaborare per delineare l’attività che più gli si addice.
Sono numerosi i paesi che hanno implementato programmi di prescrizione nella natura: il Regno Unito ha stanziato oltre 4 milioni di sterline per Green social prescribing, un programma di prescrizione sociale verde, a cura del Servizio sanitario nazionale inglese, che intende far fronte ai problemi di salute mentale. Negli Stati Uniti è attivo Park Rx, movimento che incoraggia i medici e altri operatori sanitari a “prescrivere” i parchi ai loro pazienti e che promuove i molti programmi di Park Prescription presenti su tutto il territorio americano. PaRx in Canada si definisce il primo programma nazionale evidence based di prescrizioni naturali. In Giappone lo Shinrin-Yoku ‘bagno nella foresta’ è stato oggetto di una vera e propria iniziativa di politica sanitaria da parte del Governo, che da sempre lo promuove. In Finlandia la città di Lahti, nominata Capitale verde dell’UE 2021, ha avviato un programma regionale per la salute e l’ambiente, Nature Step to Health 2022–2032, che integra la prevenzione delle malattie croniche, la diminuzione della biodiversità e la crisi climatica nella prospettiva della “salute planetaria”.
L’Italia è ancora arretrata rispetto alle prescrizioni naturali, che sono poco note alla maggioranza degli operatori sanitari e che vengono principalmente associate, in modo restrittivo, ad attività motoria in ambiente naturale. Esistono tuttavia reti e comunità di pratica per l’apprendimento continuo, che operano al fine di sistematizzare, divulgare, sperimentare le evidenze scientifiche disponibili e le esperienze e i buoni esempi in vigore all’estero.
Ad esempio L’ecopsicologia è una disciplina che unisce ecologia e psicologia offrendo una prospettiva innovativa sull’essere umano e il mondo che lo circonda. Questa disciplina mira a trasformare la nostra visione tradizionalmente ‘antropocentrica’in cui l’uomo è al centro dell’universo, in una prospettiva ‘ecocentrica’ in cui la connessione tra l’essere umano e l’ambiente naturale è fondamentale. L’ecopsicologia non si limita a esaminare la mente umana e i comportamenti, ma studia anche l’influenza reciproca tra l’essere umano e l’ambiente circostante. In particolare, si concentra su come il bisogno di una connessione più profonda con se stessi sia intrinsecamente legato alla necessità di stabilire un legame autentico con la natura
Essa ci ricorda inoltre che l’ambiente ha un impatto significativo sulla qualità della nostra vita, sulla nostra salute mentale
e il nostro benessere.
Spunti tratti da
https://blog.3bee.com/ecopsicologia-riscoprire-il-benessere-nella-natura/#paragraph-4685