E’ fine giornata e sono stanca, mi trovo “in rete” per finire alcune cose e mi accorgo che sto cercando qualcosa che abbia il gusto di ciò di cui ho bisogno in questo momento. Mi imbatto nell’articolo pubblicato da Nascira Laura Andreon a novembre dello scorso anno in www.psichedintorni.it e mentre lo leggo comprendo che quello che mi serve è…essere gentile con me stessa, quanto basta ad esempio per condividere il decalogo della gentilezza (che ho scovato) che ci ricorda che possiamo esserlo anche quando ce lo dimentichiamo. 1) Sii gentile con te stesso. La gentilezza per gli altri si coltiva a partire dalla gentilezza verso se stessi. Accogli le tue emozioni spiacevoli, non giudicarti, riconosci i tuoi bisogni, e chiediti: come posso prendermi cura di me oggi? 2) Rispetta l’Altro. Il rispetto comincia dal riconoscere l’altro come Soggetto che attribuisce significati personali al mondo, che ha una sua storia, i suoi vissuti, le sue emozioni, i suoi dolori, che hanno pari dignità dei nostri. Rispetta la sua diversità. 3) Compi atti di gentilezza a caso. Apriti all’esperienza della gentilezza, distribuiscila in modo casuale, resta disponibile a riceverla, e osserva cosa accade. Potresti scoprire qualcosa di nuovo. 4) Esplora come ti senti ad essere gentile. Quando sei gentile, puoi portare la consapevolezza all’esperienza della gentilezza nel momento presente. Esplora con curiosità quali sensazioni ed emozioni provi, dove le percepisci nel tuo corpo, e cosa sta accadendo in te. Ti aiuterà a essere presente alla tua gentilezza. 5) Usa più spesso la parola Grazie. E’ una parola dal grande potere: ci permette di riconoscere il valore di ciò che sta accadendo, di aprirci a riceverlo, di predisporci a restituirlo con spontaneità. E di far sentire all’altro che abbiamo riconosciuto e apprezzato il suo impegno di gentilezza. Possiamo cominciare a dire grazie dentro di noi per le piccole cose che apprezziamo nella nostra vita, e continuare a dire grazie per tutte le piccole gentilezze che riceviamo. 6) Usa più spesso la parola Scusa. Una parola spesso sottostimata, perché talvolta associata all’idea di perdere la propria giustezza, la propria posizione, il proprio potere. A volte si pensa sia segno di debolezza scusarsi. Ma chiedere scusa richiede uno sforzo: quello di avere l’onestà di guardarsi dentro e di mettersi in discussione, quello di rinunciare alla lotta per il potere nella relazione, per aprirsi all’incontro autentico con l’altro. Forse in fondo è segno di forza. Può permetterci di imparare dai nostri errori, e di riconoscere i sentimenti dell’altro. 7) Accogli la tua rabbia, osservala, e aspetta. Quando siamo arrabbiati spesso riversiamo impulsivamente la nostra rabbia verso l’altro. Proviamo a darci il tempo. Il tempo di accoglierla in noi… in fondo è un’emozione umana e possiamo accettarla senza giudicarci per questo. Il tempo di osservarla: cosa c’è di nostro nella nostra rabbia? Cosa possiamo imparare da essa? Il tempo per non “agirla”, ma per trasformarla in un’occasione di apprendere qualcosa su noi stessi e sugli altri. 8) Sostituisci al giudizio la comprensione. Essere gentile con te stesso e con gli altri, significa anche impegnarsi a non giudicare. Quando scopri di usare delle etichette con te stesso o con gli altri, prova a lasciarle andare, e dai spazio alla tua curiosità: esplora il senso del comportamento, non etichettarlo. 9) Amplia il raggio della tua gentilezza. Spesso ci viene più naturale essere gentile con chi è più vicino a noi, chi sentiamo più simile a noi. Ma possiamo allenarci ad aprire i confini della nostra gentilezza, riconoscendo che siamo parte di un’umanità più ampia, che siamo connessi a tutti gli esseri viventi, che siamo abitanti di questo pianeta. Possiamo agire in modo etico verso il pianeta e tutti gli esseri viventi. 10) Non cercare un buon motivo, fallo e basta. La gentilezza autentica non ha bisogno di un motivo per esprimersi. Sii gentile ogni tanto, senza un perchè, e poi resta in ascolto.
Tratto dall’articolo “Giornata mondiale della gentilezza: un decalogo per praticarla in presenza mentale” pubblicato in occasione della giornata mondiale della gentilezza 13 novembre 2014