L’ascolto migliora le relazioni al lavoro


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La mindfulness può aiutarci ad ascoltare, a rendere  più vera, più presente e quindi più efficace la comunicazione.

Mi aiuta a radicarmi nel momento presente, ad essere attenta alle parole dell’altro e comunque a rendermi conto che talvolta mentre il mio interlocutore para vado a “farmi un giro” trascinata da altre parole o immagini della mia mente ( e non è poco!).

Mi aiuta ad essere più lucida, a tornare sui miei passi quando i pensieri hanno già tracciato il sentiero dei problemi o delle soluzioni, a fare il vuoto…quell’attimo, quel momento…quanto basta per ascoltare e cogliere il messaggio che l’altro ha in serbo per me.

La sfida dell’ascolto

di Giampiero Vecchiato – 26 maggio 2015
tratto da My Solution post

“Il più grave ostacolo alla comunicazione interpersonale consiste nell’incapacità di ascoltare con intelligenza,con comprensione, con abilità quello che viene detto dagli altri. Questa incapacità è diffusa in tutto il mondo moderno e, purtroppo,non si fa nulla per porvi rimedio”.

F. J. Roethlisberger

Molte persone ritengono che l’abilità del buon comunicatore sia da ricercare nella capacità di parlare e  inviare messaggi agli altri.

Una comunicazione efficace inizia invece da una buona capacità di ascoltare. La nostra capacità di ascoltare può influenzare la nostra vita professionale (soprattutto nelle professioni nelle quali la relazione tra il “cliente” e il “professionista” è centrale) ma anche le nostre relazioni personali.
“La dura realtà – afferma H. E. Chambers – è che non siamo buoni ascoltatori” né vogliamo diventarlo e fingiamo di ascoltare. In realtà stiamo solo aspettando il nostro turno per parlare. Ascoltare è invece un’attività volontaria che richiede una forte motivazione interiore. In altre parole non si può obbligare una persona ad ascoltare. La società tutta si aspetta che le persone siano in grado di ascoltare ma, in realtà, nessuno ci insegna come farlo e, soprattutto, a farlo efficacemente. Molto spesso quelli che vengono comunemente definiti come “problemi di comunicazione” in realtà altro non sono che problemi di ascolto.
La scarsa capacità di ascoltare porta inevitabilmente a problemi di comunicazione, soprattutto nelle relazioni interpersonali.
Generalmente le persone di fronte a un problema di comunicazione,tendono ad accusare gli altri e a non ammettere la propria scarsa capacità di ascoltare. L’accusa porta al conflitto, alla negazione dell’altro, alla chiusura.
Ascoltare con attenzione e concentrazione è un dono che facciamo agli altri, è un segnale di rispetto, di attenzione, di etica personale.
Ascoltare non è solo la prima fase della comunicazione, è anche un potente mezzo per costruire relazioni e, nelle professioni, è alla base del dialogo e della comprensione reciproca.
Buoni ascoltatori non si nasce, ma lo si può diventare nel tempo, con lo studio, con l’allenamento, con l’esperienza, con il costante ascolto di sé.
I motivi per i quali non ascoltiamo possono avere origine diverse: scarsa motivazione, disturbi dell’attenzione, difficoltà di concentrazione, rumori e disturbi provenienti dall’ambiente esterno, conflitti interni alla persona, stress, reazioni negative alle emozioni, ecc. Molte e diverse possono essere le cause e gli altri possono influenzare o danneggiare la nostra capacità, la nostra disponibilità ad ascoltare, quando toccano (anche involontariamente) i nostri punti deboli, i nostri nervi scoperti, le nostre emozioni.
Evitare le provocazioni e le trappole e mantenere il self control è parte integrante della capacità di ascoltare, elemento fondamentale nella relazione professionista/cliente.
Giampiero Vecchiato
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