Inter – connessioni. One way.


One way

One way

HEY  GUYS! Mi risuona ancora nella testa…spesso urlato l’ho sentito infinite volte nelle ultime settimane. Sono tornata  dall’esperienza americana ancora un pò stonata dal jet lag,  lo yoga e la meditazione mi stanno aiutando a riprendere i ritmi sonno veglia abituali. Ho pensato cosa condividere e aldilà delle montagne russe che hanno attraversato i miei 5 sensi, delle meraviglie e perplessità sperimentate, della leggerezza che accompagna un’esperienza (anche) vacanziera la parola INTER-CONNESSIONE si muove da giorni tra  testa e cuore.

New York è una grande, grandissima città, molto più grande di quanto mi sarei aspettata, piena di tutto e colma di abitanti, di ogni colore, provenienza, religione, appartenenza, usi e costumi, abitudini differenti. Ognuno ovviamente a sè.

 Un primo impatto very strong, la quantità di stimoli uditivi (l’inquinamento acustico non manca) e visivi era enorme, così come enorme il flusso di persone che incontravo quotidianamente nella metro, per strada, al parco, al supermarket, nella formazione,  addirittura nello yoga e nella meditazione…ero impreparata a tutto questo. Una vibrazione corporea  tra eccitazione e curiosità si accompagnava alla paura di qualcosa di indefinito con un immediato irrigidimento della schiena e le mascelle serrate. Non mi aspettavo odori così forti, sporcizia e degrado (in alcune zone della città e nemmeno periferiche), non mi aspettavo migliaia di persone che ti passano sui piedi, ti scontrano, ti spingono, anche senza accorgersene, in questa corsa continua verso non so cosa, ndr.la sopravvivenza???

Mi sono chiesta come è possibile che nella “subway”  stipata non ci fossero persone che interloquivano tra di loro ( a parte io e mia figlia e qualche altro turista) ma tutte connesse a qualcosa d’ altro (e oltre il momento presente) con cuffie e cellulare. Mi sono chiesta come è possibile sostenere nel lungo periodo questa onda di stimoli che incontri: piacevoli, spiacevoli, e di rado neutri. Come mai trovi shop interi di vitamine ed energizzanti e la frutta e la verdura (che ne sono i principali portatori) hanno un costo proibitivo e  alcun gusto; come mai in alcune zone, a due passi dal centro ( se così si può dire) , i fili elettrici pendono aggrovigliati dalle case come da noi il secolo scorso, e gli standard di vivibilità sembrano inferiori ai nostri.

LA CURA nasce nel piccolo, nelle nostre intenzioni, nella nostra attenzione alle piccole cose del quotidiano. Questa è stata la mia prima lezione…è un input che non avevo percepito così chiaro e proprio in mezzo a tutto quel caos ha bussato al mio sentire.

Grazie New York! Per quello che mi hai regalato!
Per le tue bellezze che intatte sono conservate, i giardini botanici, parchi spettacolari –  come aprire la porta su un giardino incantato –  per le innumerevoli occasioni di sguardo, e lo sguardo è un incontro! Per l’energia che milioni di vite creano attraverso il loro pensiero, azioni e  cre-azioni.

Un giorno a lezione mi hanno chiesto ” Tu sei una persona open- minded?”.  E’ vero che ci sono realtà che aprono la mente ma la mente aperta non basta a vivere bene. Questa è la “2° lezione” che ho sentito vera!

La mente aperta mi aiuta a cogliere stimoli, idee, innovare e rinnovare ma senza un cuore aperto poco cambia nella percezione della mia realtà. E mantenere  un CUORE APERTO in una città caotica e complicata è possibile solo se ti riconosci parte di un Tutto. Non è immediato, non è nemmeno spontaneo, la corrente porta in una direzione individualista e isolante. Si, “rimanere umani” è una scelta. E’ una scelta che fai tutti i giorni di fronte a ciò che incontri che può essere piacevole ma altrettanto spiacevole. E’ la scelta di non perdere la mia umanità’ di fronte a ciò che non mi piace, a ciò che non voglio, a ciò che puzza, che dà noia, e che talvolta mi tormenta, più dentro che fuori.
Sono contenta di aver visitato il museo della scienza proprio negli ultimi giorni… mi ha rimandato il senso di ciò che ora posso raccontare mentre cercava di prendere forma:

NON POSSIAMO VIVERE SOLO PER NOI STESSI, LE NOSTRE VITE SONO COLLEGATE DA 1000 FILI INVISIBILI, E LUNGO QUESTE CONNESSIONI UMANE LE NOSTRE AZIONI FUNZIONANO COME CAUSE E TORNANO A NOI COME RISULTATI

NON POSSIAMO VIVERE SOLO PER NOI STESSI, LE NOSTRE VITE SONO COLLEGATE DA 1000 FILI INVISIBILI, E LUNGO QUESTE CONNESSIONI UMANE LE NOSTRE AZIONI FUNZIONANO COME CAUSE E TORNANO A NOI COME RISULTATI

Senza considerare le nostre interconnessioni non saremmo ciò che siamo.

“Stiamo connessi” quindi…sempre e comunque 🙂
Facebooklinkedinmail