Semi yoga per l’inverno


Cari amici e yogin,

è iniziato l’anno nuovo e tutti coltiviamo la speranza che le nostre attività e relazioni ritrovino quella libertà e apertura che avevano prima del COVID-19 e forse, a posteriori, possiamo dire una libertà e apertura più consapevole.

Credo che tutti abbiamo fatto tesoro della preziosità delle piccole cose della vita quotidiana e rimesso in ordine qualche priorità a sèguito di lutti, malattie e fatiche varie.

E’ per me sempre stupefacente (inciampandoci dentro!)come la vita insegna nella difficoltà, se la accogliamo così com’è, affidandoci a essa senza troppi rimuginamenti.

Il mio augurio è quello di Ezra Bayda: “LA NOSTRA VITA SIA COME QUELLA DEL LOTO, A PROPRIO AGIO IN ACQUE TORBIDE. CI INCHINIAMO ALLA VITA COSI’ COM’E'”.

E’ strano come il fiore simbolo della purezza stia a proprio agio nel fango che lo accoglie, ma questo fiore ha imparato a fiorire e splendere della sua bellezza anche in ambienti ostili.

Questa è la sfida della nostra vita: far emergere la nostra luce e valorizzare la luce degli altri in modo autentico e sincero accogliendo ciò che ci sembra sfavorevole dentro e fuori di noi  – ciò che è favorevole invece lo vorremmo tenere e ripetere in eterno e anche questo ci “costringe”in abiti molto stretti, sob!

Lo yoga può aiutarci a “decondizionarci” anche solo per quel poco di pratica a settimana da tutto il mobilìo (cit. di Letizia Monti che mi ha tanto ispirato in questa scrittura) della nostra casa interiore che, talvolta molto ingombrante, ci impedisce di ossigenarci.

Lo diciamo spesso: se siamo troppo pieni non c’è posto per qualcosa di nuovo, non foss’altro per cogliere con uno sguardo più leggero le incombenze giornaliere, il lavoro, la relazione di coppia, con i figli, con il capo, con i colleghi, con il mondo intorno a noi.

Il percorso dello yoga è concreto.

Partiamo dal corpo per iniziare ad ascoltare qualcosa di più profondo che sta oltre pensieri, sensazioni ed emozioni, qualcosa di cui forse possiamo avere intuizione in alcuni momenti, ma che risponde a quella percezione di unità e nello stesso tempo di spazio ( poco descrivibile a parole) che senz’altro abbiamo provato nello stupirci di un tramonto, di un fiore che sboccia, o di una piccola e grandissima meraviglia.

Prendo ad esempio la natura perchè nella sua purezza e immediatezza è qualcosa di cui tutti ci sentiamo far parte e che è esperienza accessibile e comune.

Il 2020 è stato per me mortifero e faticoso, toccata da vicino da tanti lutti e dalla fragilità della vita mi sono ritrovata alla fine dell’anno a non sapere cosa scrivere nel foglio da bruciare il 31/12 …( è un rito che faccio sempre!) e stupìta mi sono chiesta: ma possibile che non vuoi lasciare andare nulla? proprio nulla?

Ho riflettuto un pò ( in meditazione) e stranamente ho sentito che avevo già lasciato andare tutto, avevo vissuto pienamente – anche nell’ingolfamento e nella sofferenza – ciò che c’era da vivere ma soprattutto avevo accolto ciò che c’era da accogliere senza resistenze.

E’ la prima volta che ne ho piena percezione: che ho piena percezione di essermi lasciata un pò modellare da questa vita meravigliosa e crudele senza opporre resistenze (inutili e spesso dispendiose di energia e tempo).

Quindi il 31/12 nella mia meditazione del passaggio non ho fatto altro che ringraziare per questo piccolo miracolo di consapevolezza che mi è stato donato.

Penso che per molti di noi la fatica vissuta sia stata in qualche modo “trasfigurata” in qualche nuova conoscenza e consapevolezza su noi stessi e su come “abitiamo” questo mondo.

Lo yoga e la meditazione sono in questo maestri.

Ti aiutano a mettere a posto il mobilio interiore, a far emergere ma anche a sistemare (in un processo naturale senza lo sforzo cognitivo a cui siamo abituati) ciò che esiste dentro di noi, facendo spazio continuamente attraverso il lavoro con il respiro e il lavoro del prana che sapientemente ( grazie a questa antica Saggezza) muove e “sposta” secondo la logica di un corpo INTELLIGENTE. Intelligente perchè come sostengono ora le neuroscienze ( v. Damasio) la Coscienza è nel corpo.

Rispetto allo strumento ON LINE ho scoperto e sperimentato che ci permette di fare sessioni semplici e forse è di questo che abbiamo bisogno: di tornare alla semplicità dell’essere con tutta la nostra presenza anche se solo per un’ora o poco più, al di là del modo consueto e agitato di funzionare nella nostra giornata.

Imparare ad essere semplici può essere frustrante per il nostro EGO ma così prezioso per ogni percorso spirituale…e stare al mondo, al di là di ogni credo, è un’esperienza spirituale!

Ho anche scoperto e sperimentato che lo yoga diventa “circolare”, che la nostra autenticità del momento può essere condivisa così com’è e che possiamo attivare tutti i nostri video e volti appena entriamo nella sessione e prenderci un attimo di tempo per salutarci e onorare queste relazioni.

Se l’essenziale è invisibile agli occhi…e noi ci siamo immersi, l’ON LINE ci connette ad un livello più sottile se manteniamo la nostra intenzione di essere presenti a noi stessi e agli altri.

Lo spazio ON LINE ci chiede inoltre di preparare con cura un luogo della casa ( possibilmente sempre lo stesso) con un simbolo per noi di ispirazione o una semplice candela accesa (ma non bruciatevi i capelli come ho fatto io…che ridere! ;-)…: quello spazio diventa sacro, diventa la bellezza di tornare a noi stessi per quel tempo sostenuti dalla presenza e energia degli altri anche quando siamo ko.

Non coltiviamo aspettative ma intenzioni, che possono diventare potenti e trasformative in base alla serietà e alla volontà che nutriamo dentro di noi.

La pratica non è altro che lo specchio di ciò che siamo e quindi incontriamo anche le nostre resistenze, le zone d’ombra,… ma se cogliamo l’intuizione di bene che porta e ci affidiamo… la pratica stessa ci aiuta ad andare oltre.

Dare fiducia a questo prezioso strumento di conoscenza di sé vuol dire dare fiducia a se stessi.

Nulla vieta che lo yoga possa per qualcuno rimanere un buon esercizio fisico ( e senz’altro vi farò lavorare in tal senso e gli effetti si vedono sempre!) ma è bene essere onesti e dire che non è quello l’obiettivo, anzi direi che non ci sono obiettivi così come li immaginiamo con la nostra mente concettuale, piuttosto uno “spogliarsi” progressivo di tutte le nostre idee di giusto e sbagliato, con l’intenzione di far scendere l’esperienza della vita nel cuore, di palpare in noi quella Coscienza Divina immutabile per uscirne trasformati e rinvigoriti.

A volta basta respirare e percepire un pò di spazio in più per porci domande diverse da quelle che la nostra mente conosce, aprire porte non conosciute, mettere semi di luce.

Come dicie Patanjali ci vuole TAPAS (ardore) e quando cala mantenere lo sguardo fisso su SWADHYAYA ( lo studio di sè, l’autoconoscenza) e la FIDUCIA che se siamo in questo cammino, non è a caso.

Da GENNAIO 2021 questi orari:

  • YOGA DINAMICO lunedi’ h 19.15
  • HATHA YOGA giovedì h 19.15

+ 2 sessione WALKING YOGA all’aperto…pian piano, tempo permettendo, le attività all’aperto aumenteranno!

Vi comunico anche che sono aperte sessioni individuali e di gruppo di:

YOGA ORMONALE PER LA SALUTE DELLA DONNA,

YOGA IN GRAVIDANZA

YOGA PER SPORTIVI

e prosegue il LABORATORIO DEL RESPIRO – sessioni teorico -pratiche – 2 giovedì al mese dalle 11.15 alle 12.30

Il tema di gennaio è quello di ritrovare tono e energia; il tema di febbraio é prendersi cura di sè.

Andiamo avanti! Insieme e sostenendoci a vicenda.

Qual’è il nostro faro?

Pensate che siamo solo un corpo?

Lo yoga concepisce 5 corpi – kosha a partire dal corpo fisico/ materico.

La pratica yoga è un percorso attraverso questi 5 “involucri”: lavoriamo sul corpo fisico e poi sull’energia – di cui possiamo fare esperienza attraverso le percezioni corporee e sensazioni viscerali del respiro -, per lasciare scorrere le attività della mente divenendone consapevoli, per “fare spazio” e in quello spazio iniziare a far parlare il silenzio – tace la mente ordinaria e parla il cuore – fino a fare esperienza di quella UNITA’ senza parole (di infinito dentro di noi, di gioia, di ampiezza,….)

Questo è YOGA!

Non pensiamo che la beatitudine sia il samadhi del Buddha!

Grata per la vostra amicizia e fiducia.

Om shanti

Elisabetta

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